Vassilios Pseftongas
Il Contributo dei Padri Greci all'Orientazione Spirituale dell'Europa
(Traduzione dal greco di Kallirroi Akanthopoulou)
[From Orientamento Spirituale dell'Europa. Edizioni KYROMANOS, Thessaloniki, 1997.]
Sull'Europa e sulla sua civiltà sono stati scritti e pubblicati finora parecchi seri studi da molti e diversi scienziati, stranieri e greci(1). Le loro opinioni su questo tema dicono che il nostro Vecchio Continente è erede e successore delle civiltà classica greco-romana, cristiano-bizantina ed islamica con l'aggiunta di alcuni elementi provenienti dalle popolazioni nord germaniche ed altre. Il tedesco Ernesto Troiltsch, analizzando il miscuglio, afferma che la civiltà europea è quella dell'antichita classica e del cristianesimo(2). Anzi nelle analisi di questo miscuglio culturale che fanno
gli storici specialisti sull' Europa stabiliscono gli elementi caratteristici di queste civiltà, dalle quali si compone quella europea(3). D'altra parte, come è noto,la civiltà dell'Europa si è emersa da quella medievale e rinascimentale, anzi da due direzioni; dal Bisanzio greco-romano e dall'Occidente latino. Cosi possiamo dire che alla civiltà europea contemporanea contribuisce e si incontra con essa la grande tradizione dei Padri della Chiesa, greci e latini, portatori del cristianesimo e della civiltà greco-romana, e insieme creatori delle due tradizioni teologiche e culturali, di quella orientale e di quella occidentale che sono piene di caratteristiche particolari. Queste tradizioni possiamo vederle, e siamo obbligati a farlo, nella loro ultima sintesi, cioè nella civiltà europea, senza togliere di mezzo la diversità delle loro sfumature e non solo queste.
Ιl mio tema, come e espresso, provoca due domande: primo, quale era il contributo dei Padri greci alla formazione della civiltà dell'Europa contemporanea e in quale modo si è fatta, e secondo, cosa e in che modo possono concorrere all'orientazione spirituale lungo il suo cammino verso il futuro.
I Padri Greci (e sono greci coloro che hanno avuto formazione greca in lingua greca) sono vissuti e fioriti, come è noto, nel più ampio campo greco-romano della loro epoca e, piu tardi, entro i confini dell'Impero Bizantino, i quali, come è altrettanto noto, non erano mai stabili. L'epoca dei Padri e Maestri Greci comincia alla fine del primo secolo d.C. e finisce insieme alla vita di Bisanzio (1453) e all'alba dei tempi del Rinascimento per l'Occidente. Il periodo dal 1500 in poi fino all'inizio della seconda meta del Xl importante per la letteratura patristica e per la sua conoscenza da parte del campo europeo. L'interesse che mostrano durante i tempi rinascimentali in poi gli uomini di lettere e di pensiero per la cultura classica e i suoi prodotti viene generalizzata anche dalla parte dei Padri, Greci e Latini. Gli scrittori classici, greci e latini, e insieme a loro i Padri della Chiesa, diventano oggetto di studio e di riflessione. Vengono raccolti dappertutto manoscritti delle loro opere e cominciano le pubblicazioni, particolari e generali; pubblicazioni che ora vengono facilitate dalla tecnologia della tipografia. Vengono fatti studi e vengono scritti elaborati letterari specializzati e generali ed altri. Si tratta di una vera attivita spirituale frenetica, la quale si può dire che culmini dal punto di vista editoriale durante i1 XIX secolo con l'edizione collettiva maestosa dei Padri Greci e Latini,la nota edizione di abbate Jacques Migne(4). Questa ha compreso quasi tutte le edizioni precedenti, ma anche altre opere di molti altri scrittori ecclesiastici e di padri, e ha mostrato con la sua voluminosità e dimensione il grande tesoro che nascondeva la tradizione della Chiesa dentro di se. L'edizione ha arricchito tutte le biblioteche dei paesi europei e non solo, ma anche quelle di altri paesi del mondo cristiano. Fino ad oggi vengono continuate le ristampe di questa edizione anche nel nostro paese(5). Dall'inizio del nostro secolo e fino alla sua fine in tutti i paesi dell'Europa (Occidentale, Centrale, Orientale), ma anche fuori dell'Europa, in alcuni paesi di più e in altri di meno, a seconda delle condizioni economiche, politiche, sociali ed altre, vengono continuati gli studi patristici. Si fanno nuove edizioni delle opere patristiche, in originale e in traduzione, come nelle lingue francese, inglese, tedesca e in altre, e vengono scritti più integramente manuali patristici e Storie di Letteratura con completezza e con aggiornamento bibliografico scientifico. In più, si compongono studi e dottorati sul pensiero e sulla teologia dei Padri, che coprono tutti gli argomenti dello scibile della scienza teologica. La registrazione bibliografica e ci sono parecchi elaborati di questo genere -di tutti questi elaborati, di carattere generale e specifico, potrebbe comprendere- e comprende -molti volumi o molti dischetti di computer, con migliaia di titoli di elaborati di pagine.
Questo breve riferimento agli studi e agli elaborati patristici intende mostrare
da una parte il lavoro che si e fatto in questo settore nel campo europeo dalla scienza teologica (lavoro per cui si deve onore e gratitudine eterna a tutti i lavoratori della mente e della scienza, vecchi e moderni), e d'altra parte intende segnalare e sottolineare il fatto che oggi l'Europa dispone di quella ricchezza con cui essa può trovare in questa e da questa la sua orientazione spirituale nel suo divenire storico verso il futuro. Ha «tesoro vecchio e nuovo» (Mat. 13, 52).
Se ho preposto all'esposizione del mio tema questo punto,l'ho fatto per mostrare due cose: i) la presenza in operibus della tradizione patristica nell'Europa moderna, e ii) la sua enorme importanza e il suo rilievo quale un presupposto fondamentale per l'orientamento spirituale della civiltà europea del futuro. D'altronde, valutando questa tendenza di svolta e di studio dai tempi del Rinascimento fino ad oggi verso la tradizione patristica, non si può che vederla come un esempio di civilta e d'orientamento spirituale del mondo europeo.
La dimensione storica del contributo spirituale e culturale dei padri greci al più ampio campo europeo e una continuita che percorre tutto il periodo medievale. In più si direbbe che anche quei momenti della storia che sono caratterizzati da una tensione o anche da una polemica contradditoria tra le due Chiese, quella Orientale e quella Occidentale, anche questi momenti avevano ad ogni modo qualcosa di fecondo e creativo al di la dagli aspetti negativi. Basta avere gli occhi aperti e voler riconoscerlo. Tuttavia, in questo cammino si possono distinguere tre tappe fondamentali nella storia della tradizione e letteratura patristica teologica, le quali hanno, secondo me, un'importanza e un rilievo eccezionale nella storia della civiltà europea. Queste tappe sono: i) il periodo dal II al V sec., ii) il periodo dal VIII al IX sec. e iii) il periodo dal XIV al XV sec.
Durante il primo periodo sono vissuti e hanno agito, come sappiamo, i padri apostolici, gli Apologeti del cristianesimo, i grandi teologi alessandrini, Clemente, Origene, Atanasio il Grande ecc., i padri Cappadoci Basilio e Gregorio e i teologi e i padri Antiocheni tra i quali un personaggio eccellente: San Giovanni Crisostomo. La Chiesa durante questo periodo è riuscita a fare molte cose e ha avuto successo; i) E uscita vincitrice dalle persecuzioni ed ha acquistato oppure si è guadagnata versando il suo sangue la libertà di adorare il vero Dio senza ostacoli. ii) Ha formato et ha espresso la coscienza della sua identità come «nuova creazione», come «nuovo genere», il genere dei cristiani. iii) Ha determinato la sua posizione e la sua relazione con il mondo e con il potere politico, secondo lo spirito del Vangelo di Cristo e delle Lettere Paoline. Anzi, più concretamente, già dai tempi di Costantino il Magno in poi le relazioni fra Chiesa e Stato, che fino allora erano informali, hanno conosciuto un certo tipo di regime, che si muoveva tra la sua sottomissione al potere imperiale assoluto (cesaropapismo), e la «συναλληλία» o «Concordia» dei
due poteri, poi conosciuta come «Concordia Bizantina» (Βυζαντινή Συμφωνία»). iv) Ha formato il suo sistema amministrativo, secondo il modello della divisione politica dell'Impero Romano, e più tardi, naturalmente, dello stato bizantino (vescovadi, diocesi metropolitane, arcivescovadi, patriarcati). Per affrontare e per risolvere questioni serie, quali sono i dogmi e altri temi di massima importanza rispetto all'ordine morale ed ecclesiale, ha istituito come organo summo di formulazione e di espressione della sua verità e della sua coscienza il «Sinodo» dei suoi vescovi, a livello locale ed ecumenico. v) Ha formato ed organizzato la vita liturgica e celebrativa attorno alla celebrazione del mistero della Sacra Eucaristia, dove viene compiuto ed espresso l'atto culminante dell'Economia, cioé tutta l'Economia di Cristo. vi) Ha elaborato ermeneuticamente e ha formulato tramite i Sinodi in Simboli (Σύμβολα) e (Όροι) i dogmi della fede e nello stesso tempo ha istituito norme che fissavano la morale dei membri della Chiesa. vii) Ha organizzato il suo monachesimo in cenobi e l'ha posto sotto il controllo della Chiesa. Infine, viii) Ha combattuto efficacemente la moltitudine delle eresie e ha formulato i suoi dogmi fondamentali, come quello trinitario, cristologico, pneumatologico e mariologico, secondo i dati biblici e con rivestimento e terminologia filosofici.
Di tutto questo e di molti altri temi si sono occupati i suddetti padri, ma anche molti altri che non vengono menzionati qui, dei quali, però, sappiamo l'azione e l'attività d'autore. La letteratura teologica, infatti, che e stata prodotta in questo periodo è stata grandiosa in volume e in estensione, ma anche in qualita e stata analoga allo stile e alla qualità della letteratura classica dei Greci. Riguardo a questo sono riusciti specie i padri Cappadoci e Giovanni Crisostomo. D'altronde per questa ragione questo periodo, (soprattutto i secoli IV e V), è stato chiamato il «secolo d'oro» delle Lettere Cristiane. Una conquista importante di quei tempi, con enorme significato culturale e ripercussioni sia per la cultura bizantina di allora che per quella poi europea, è stata la sintesi che si è realizzata tra la fede cristiana da una parte e il pensiero filosofico e la teologia greca dall'altra. Questa sintesi riguarda l'antropologia, la teologia trinitaria e il dogma cristologico e le loro estensioni. Non è questa l'occasione per dare neppure un'analisi campionaria della cosa. Comunque, la sintesi non riguarda solo la forma e la terminologia filosofica, ma anche la sostanza specie quella del dogma cristologico e quella che viene strettamente collegata con l'antropologia. Tutto questo processo che non è niente altro che un processo ermeneutico profondamente spirituale, è cominciato come tale dagli apologeti del IIo sec., Giustino il filosofo e martire, Atenagora ecc., e ha proceduto decisamente, come è noto, con i grandi teologi e maestri Alessandrini, Clemente e Origene. E continuato e culminato con i Padri Cappadoci e con Giovanni Crisostomo, e si è concluso con la formulazione del dogma cristologico dal Sinodo di Calcedonia (451 d.C.)(6). La sintesi, come viene espressa nel dogma cristologico, è passata anche nelle espressioni di composizioni poetiche ed artistische, specialmente della pittura e dell'iconografia bizantina. Per questa ragione, tra l'altro, la questione cristologica nella Chiesa si è conclusa storicamente con la risposta che è stata data al problema delle sacre immagini. Comunque, è particolarmente significativo per la cultura bizantina ed europea notare qui il contrasto con il cammino dell'incontro di cristianesimo con l'ellenismo, che è stato espresso da due noti Apologeti della fede cristiana, Tatiano il Siro e il latino Tertulliano da Cartagine. Ιl primo ha ricevuto una formazione greca e il secondo una latina. Sia l'uno che l'altro hanno reso la propria lingua nazionale lingua letteraria per la loro letteratura cristiana nazionale. Cosi l'incontro tra cristianesimo ed ellenismo era destinato ad avvenire con «barbari» Greci(7) cioè cristiani), per usare l'espressione di Tatiano, e non con «barbari» da «barbari». Naturalmente in questa faccenda ha predominato la più potente cultura dei greci. Tuttavia, questo atteggiamento dei nostri due Apologeti verrà espresso durante i secoli, tanto in Oriente quanto in Occidente attraverso gli ordini della ormai ufficiale Ortodossia, cioè della Chiesa, che ha accettato la sintesi in dogma, con le opere della Teologia combattente ed apologetica contro i Greci (= gentili), (Contra Gentiles), ossia contro quella tendenza dello staccamento dal dogma ortodosso e del diventare autonomo del pensiero greco. Questa tendenza nella Chiesa Orientale raccoglie il 72% delle opere apologetiche, fino al XV sec. (il resto del 28% si indirizza ai Giudei) e il 48% nella Chiesa Occidentale, mentre qui il 52% si volta contro i Giudei(8). Direi in più che questi due apologeti sembrano essere i lontani antenati di Α. Harnack e di alcuni teologi contemporanei, i quali - si potrebbe dire, in buona fede - discutono la riformulazione della fede cristiana in termini ed immagini più adeguati per la sua comprensione ed accettazione da parte degli uomini dei nostri tempi(9). Non lascio che mi venga la tentazione di rispondere ad un tema cosi serio e vitale, come è questo della riformulazione della nostra fede. Posso dire, però, questo: che la dinamica che caratterizza la rivelazione, la verità evangelica e la teologia dei padri non pongono nessun ostacolo per una cosa del genere. Basta che si è sicuri di quello che si intende fare! Ε in più, basta che questo non costituisca una tendenza di parzialità, come tante altre della teologia contemporanea.Ad ogni modo, la verità, che e compresa in questa veramente grandiosa sintesi del dogma ortodosso, costituisce la fede delle nostre Chiese, Ortodossa, Cattolica romana e Protestante (=Ortodossia Luterana).
Ιl fenomeno della fioritura delle Lettere greche cristiane, che si è apparso in Oriente durante il periodo dei secoli 4ο-5ο, si presenta anche in Occidente, come anche nei paesi che si trovano più all'Est(10). Ιl fenomeno è continuo e parallelo e causalmente viene collegato con questo fatto centrale della fioritura delle Lettere greche e della sintesi, che è stata riuscita nel campo della fede e del pensiero filosofico con i Padri Greci. Ιn Occidente sono protagonisti i grandi Padri Latini (4ο-5ο sec.), Geronimo, Rufino, Ambrogio e sant' Agostino. Ιl primo, intenditore del latino, del greco e dell'ebraico, pellegrino in Oriente e discepolo di Gregorio Teologo a Costantinopoli,
ha portato a compimento un'opera grande e mirabile nelle Lettere cristiane occidentali e di conseguenza nella cultura europea, traducendo oltre alla Sacra Scrittura, una moltitudine di scrittori ecclesiastici e padri Greci, da Origene ed Eusebio fino ai Cappadoci. Anche Rufino ed Ambrogio hanno tradotto opere di padri greci. Lo stesso hanno fatto anche altri traduttori latini illustri, quali Vittorino e Ilario di Pettavio, Eusebio di Vercella e, più tardi, Cassiodoro e molti altri sconosciuti. Traduzioni di padri greci sono state fatte anche da greci latinisti, che vivevano allora in Occidente, come per es. Ireneo ed Ippolito ed altri(11). Sant'Agostino non sapeva il greco, ma indirettamente, tramite traduzioni, ha approfittato dell'opera e del pensiero di Gregorio di Nissa(12). La sua opera, però, costituisce di per sé elemento della cultura europea(13). Ιn questa viene riflesso il primo cittadino europeo nella stessa persona di sant'Agostino. Ρiù all'est, ora, in Siria, il culmime si verifica con Efrem il Siro e altri scrittori teologi connazionali. Ρiù presto in questo paese insieme alla traduzione della Sacra Scrittura sono state tradotte anche opere di padri greci. Lo stesso è successo anche in Armenia con Mesrop(14). Allora, come era naturale, queste traduzioni che sono state fatte in Oriente ed in Occidente insieme ai loro modelli letterari ecclesiastici hanno portato con sé anche la ricchezza teologica e il pensiero degli scrittori, che erano stati tradotti. Sullo sviluppo, dunque, delle Lettere cristiane, che in questo modo, ma anche da altre strade, il mondo ha conosciuto questo periodo in Oriente ed in Occidente, si è fondata principalmente la formazione cristiana, cui creatori sono stati i padri del 4ο sec., e la cultura cristiana del mondo europeo. Si deve particolarmente notare qui the con gli Apologeti del 2ο secolo, con i grandi teologi e maestri Alessandrini, con i Padri Cappadoci, con Giovanni Crisostomo ed altri, è chiarificata la posizione della Chiesa riguardo alla distinzione, che si faceva tra la «έσω σοφία» (sapienza interiore) e la «άνωθεν σοφία» (sapienza che viene dall'alto) da una parte, e la «έξω» ο «κάτω σοφία» (sapienza esteriore ο sapienza che viene dal basso) (Gc. 3,13-17), quella umana (greca), dall'altra, assumendo un atteggiamento positivo ed equilibrato di fronte alla seconda. Opera classica, che esprime questo atteggiamento è quel celebre trattato di san Basilio, noto a tutti nοi, «Λόγος όπως αν εξ ελληνικών ωφελοίντο λόγων». Questo atteggiamento, che è anche atteggiamento di tutti i padri di questo periodo ha predominato nella maggior parte dei padri e degli uomini di lettere bizantini. Qualsiasi eccezione - comunque, sono poche, che sono apparse durante il periodo del Bisanzio - non contraddice la regola. Come era normale, questo affrontare positivo di una questione cosi seria, come era quello per la Chiesa primitiva, ha determinato inoltre la relazione tra la teologia e la filosofia, distinguendo cοn chiarezza l'argomento di ciascuna, e la relazione tra la fede e la scienza(15). Α Bisanzio, come è noto, fede e scienza non si sono mai scontrate. Anzi, molti padri, anche patriarchi, erano intenditori anche di altre scienze positive, alle quali si dedicavano, anche quando avevano assunto delle cariche. Sono conosciuti i casi e non è necessario menzionarli. D'altronde questo si verifica anche dal sistema educativo, che seguiva lo stato bizantino e la Chiesa nell'Istruzione. Era in vigore il sistema educativo degli antichi.
Ad ogni modo, concludendo qui questa unità, penso di dover sottolineare per una volta ancora che l'opera della sintesi, che hanno compiuto i padri greci e i latini in Occidente durante il suddetto periodo, costituisce il pilastro sul quale si sono appoggiati solidamente l'ulteriore sviluppo e l'espansione della cultura bizantina e, di conseguenza, anche di quella europea. Se il «miscuglio» culturale tra cristianesimo ed ellenismo non fosse avvenuto, e se avessero predominato visioni ed οpiniοni come quelle dei due antichi Apologeti, di Tatiano e di Tertilliano, è molto incerto se sarebbero salvati i monumenti scritti delle civilta classica, ellenistica e romana; se, infine, ci sarebbero state le civiltà classica, ellenistica e romana; se, infine, ci sarebbero state le civiltà bizantina ed europea nell'aspetto in cui le sappiamo.
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Ιl secondo periodo (8ο-9ο sec.) e stato da diversi punti di vista, soprattutto, però, dal punto di vista culturale, fecondo e creativo in maniera eccellente a molti livelli e le sue conseguenze culturali sono note nell'ambito europeo: teologia, filosofia, scienze, fioritura delle Lettere e delle arti greche, come diciamo, sono i principali campi di sviluppo, che caratterizzano questo periodo del Bisanzio. Fatti ecclesiastici (teologici) e politici predominanti, importanti e significativi per la storia della cultura di questo periodo sono: l'iconoclastia, la cristianizzazione dei Slavi, il conflitto tra i due grandi centri del cristianesimo, Roma e Costantinopoli (papa Nicolò - Patriarca Fozio), e inizio della teologia antirretica (αντιρρητική). Personaggi predominanti e molto dotati sono: Giovanni Damasceno, Teodoro Studita, Fozio Magno e Leone il Matematico e filosofo, e altri. Teologo, filosofo, poeta, musicista ed ottimo scienziato il primo; rinnovatore d'avanguardia del monachesimo cenobiale, poeta e innografo, scrittore creativo e avversario inflessibile del potere imperiale l'egumeno del monastero cèlebre degli Studiti a Costantinopoli. Ιl terzo, in serie, il grande patriarca Fozio, teologo, filosofo, storico, specializzato in Lettere, poeta, pittore di immagini sacre, capo ecclesiastico e politico, con le vivaci caratteristiche dell'intelligenza e del brio bizantini; qualità scientifiche, formazione teologica e politica vengono armonizzate nel personaggio con un equilibrio invidiabile. Infine, il quarto, Leone il
filosofo e Matematico, metropolita di Tessalonica (dal 840), costituisce un
esempio di fama spirituale accecante enorme. Filosofia, musica, matematica,
astronomia insieme alla conoscenza di meccanica e di fisica e delle cose teologiche ed ecclesiastiche, adornano la sua presenza spirituale. Ιn altre parole, Leone è un esempio dello spirito bizantino, che si muove in un'erudizione che non disintegra cosi facilmente - come oggi fanno gli scienziati ricercatori - la storia, l'unità delle cose private, pubbliche, secolari ed ecclesiastiche(16). Personaggi analoghi con un'erudizione scientifica e artistica emergono in Occidente durante i tempi del Rinascimento. Tutti i suddetti padri, dunque, sono stati scrittori con un'attività creativa, ricca e molteplice. Ι due primi, Giovanni Damasceno e Teodoro Studita, «amici» delle icone, si sono fatti presenti con combattività nella questione iconoclasta con specifici e lunghi trattati sulle sacre immagini. Hannο seguito la stessa linea teologica, la quale ha predominato nella soluzione che si è data sinodalmente alla questione. San Fozio, malgrado il ripristino delle icone si fosse fatto nel 843, 15 anni prima della sua ascesa al trono patriarcale (858), ha partecipato anche in questo. Nei suoi tempi è stato soppreso il Decreto Imperiale, che proibiva l'adornamento delle Chiese con icone, ed era allora che fosse cominciata l'opera dell'arte «iconografica», ossia l'istoriare dei sacri edifici da pittori di icone della sua scelta e da discepoli del suo circolo(17). Secondo Fozio, la questione iconoclasta è stata conclusa infine l'anno 867 cοn l'inaugurazione ufficiale all'occasione del restauro della famosa chiesa di Sofia (Sapienza) del Dio Verbo, dell'«occhio dell'ecumene», e con lo scoprimento dell'Ιcοna meravigliosa della Theotokos. Quel giorno molto adeguatamente viene chiamato da san Fozio «giorno dell'Ortodossia»(18). L'iconoclastia, che ha tormentato tutta la Chiesa in Oriente ed in Occidente e lo stato bizantino per più di cento anni con conseguenze multiple, è stata nel suo esito un fatto culturale eccellente. Ιl conflitto tra gli iconolatri e gli iconoclasti non era solo teologico; era anche culturale. Ιl suo aspetto teologico, fondamentalmente cristologico, è più ο meno noto a tutti noi. Ed è veramente questo, che nei trattati teologici di Damasceno, di Teodoro Studita e di altri padri viene notato ed accentuato dai diversi bizantinisti. L'altro lato, quello culturale, dove l'accento principale nell'arte è la mentalità greca, non tira la rispettiva attenzione degli studiosi. Infatti, come affermano alcuni nostri -forse anche stranieri- studiosi celebri, (ho in mente il mio maestro, il prof. memorabile Ρ. Christou(19), e il caro amico e collega Ν. Matsoukas(20) nella questione iconoclasta si sono scontrati due concezioni e tradizioni opposte della civiltà: la concezione giudeocristiana e manicaica anicοnica da una parte e dall'altra la tradizione espressiva ed iconica greco-cristiana ortodossa. La seconda si è imposta, perchè esprimeva ed esprime la verità ortodossa per il dogma cristologico. Le conseguenze culturali dalla prevalenza di questa concezione sulle sacre immagini sono conosciute e gli specialisti sull'arte bizantina ed europea studiano ed indagano i diversi influssi dell'una sull'altra nelle creazioni e nei monumenti icastici bizantini ed europei.
Ora, riguardo all'altro grande evento culturale della cristianizzazione dei popoli slavi cοn la missione a questi dalle autorità politica ed ecclesiastica del Bisanzio dei due fratelli greci, tessalonicesi, san Cirillo e Metodio(21), (neo-illuministi dell'Europa,
come li chiama insieme a san Benedetto l'ultima Enciclica papale(22), i risultati culturali sono noti a tutti ed universalmente riconosciuti. Si deve accentuare semplicemente che i beni culturali sono risultato di un metodo politico e culturale della Diplomazia bizantina. Tramite questa passava la filosofia dei padri bizantini sul rispetto della lingua e della cultura degli altri popoli nella trasmissione della fede cristiana ortodossa e nella fioritura della cultura, senza pregiudizi di razza, di nazione e di lingua(23). Ρiù specificamente, però, come contributo di Fozio Magno alla cultura europea, al di là dal coltivare le lettere classiche, il riorganizzare dell'Università di Magnavra, alla quale hanno insegnato celebri professori e ci è convenuta da tutte le parti una moltitudine di studenti, vale la pena menzionare ancora due altri elementi molto importanti: i) l'umanizzazione del diritto Romano, che costituisce la base del diritto di tutti gli stati europei ma anche di altri stati, e ii) l'imposizione della scrittura minuscola sulla trascrizione dei manoscritti(24). Questa forma, dopo un lungo sviluppo di quella maiuscola, appare all'inizio del 8ο secolo(25). La sua generalizzazione, però, è stata opera chiaramente di lui stesso. Nel campo della teologia e della storia della letteratura cristiana ma anche classica, il suo contributo è stato di enormi dimensioni. E noto agli specialisti cosa ha salvato Fozio dall'antichità classica e cristiana con la sua opera.
Infine, concludendo anche questa unità della mia relazione, vorrei ritornare per un po'a Giovanni Damasceno e alla sua opera, per sottolineare la sua più ampia importanza teologica e culturale. E noto che questa costituisce una raccolta di esperienza e di sapienza cristiana di otto anni con l'aggiunta di altri quattro ο cinque secoli del sapere greco precristiano. Nello stesso tempo è una sintesi ed una espressione eccellentemente ricca di contenuto, precisa e perfetta di tutta questa esperienza in un'articolazione creativa, in una conquista grande ed originale. L' insegnamento eretico, la logica greca aristotelica e la formulazione ell'insegnamento teologico di otto secoli in frasi chiare e piene di contenuto mostra un edificio logicamente costruito di sapere e di cultura(26). Non si tratta, certo, di una sintesi, che riguarda semplicemente la tradizione teologica dei padri greci e il suo seguito. Questa tradizione è passata nell'ambito europeo molto presto. Nel 10ο secolo sono stati tradotti nella lingua bulgara da Giovanni esarcha di Bulgaria i «Capitoli filosofici»(27). Nel 13ο sec. il suo testo originale, come anche quello delle opere di Dionigi Areopagita, si trova nelle mani del gran Teologo Scolastico d'Occidente Tommaso d'Aquino insieme, ora, ai testi di Aristotele nell'originale, esattamente nel momento in cui Tommaso compila la Summa Theologiae. Infine, molto più tardi, nel 16ο secolo in Russia, Massimo il Greco consiglia gli intellettuali russi, che se essi vogliono teologia e filosofia, devono reggersi bene e fedelmente dal libro del Damasceno(28). Si noti qui incidentalmente che il pensiero greco classico non è passato ai russi direttamente con le sue opere -al minimo, questo vale per i primi secoli della loro vita cristiana- ma indirettamente, tramite testi liturgici e patristici.
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Il terzo ed ultimo periodo (14ο-15ο sec.) è quello più brillante e più creativo culturalmente di Bisanzio, ma anche una delle più ponderose della tradizione teologica dei padri. Bisanzio dal punto di vista politico si trova ora sull'orlo del suo crollo totale e finale, che stava per venire. Ιn questa fase della storia dei più di mille anni di cultura meravigliosa Bisanzio compone il più bel «canto del cigno» della vita politica e spirituale. La presentazione delle conquiste di questa epoca in una certa estensione, analoga a quella delle due fasi precedenti, condurrebbe a lungo questa relazione, cosa che per forza si deve evitare. Per questa ragione mi limiterò a fare qui semplicemente qualche accenno, che riguarda il carattere culturale del suddetto periodo e la sua importanza per la civiltà europea. Ιn questo periodo, dunque, è nata, cresciuta ed emersa quella generazione con la sua nobile intellighenzia spirituale, la quale, sotto le sue note condizioni e avventure storiche, ha offerto le luci della filosofia e della scienza, i suoi motivi e modelli al Rinascimento Occidentale, il quale ha cominciato a risorgere esattamente ora con l'ultimo respiro della vita politica di Bisanzio e con la sua propria luce. Durante questo periodo sono fioriti uomini di statura spirituale di primo grado in tutti i campi del sapere scientifico: teologi (mistici, ascetici, dogmatici, erineneuti, musicisti, liturgisti, aghiologi ecc.), filosofi, filologi classici, storici, scienziati ed artisti. Come, durante il periodo precedente, Giovanni Damasceno ha sintetizzato la sua anteriore tradizione teologica, cosi ora san Gregorio Palamas, con la sua opera scritta piena di elementi folcloristici e voluminosa in grandezza, attua la sua sintesi di tutta la tradizione patristica anteriore. Per la prima volta si fanno ora-forse ad un grado maggiore che precedentemente-traduzioni di opere di padri latini da uomini di lettere bizantini latinisti, e per la prima volta i bizantini conoscono di prima mano il progresso teologico dei Padri Occidentali, soprattutto il pensiero scolastico. Si tratta di un esempio dell'incontro spirituale e teologico delle due tradizioni, che ci viene dato da questa epoca cοn l'iniziativa degli uomini di lettere del Bisanzio(29). Un aspetto particolare, tradizionale ed insieme peculiare della civiltà nobile di questo periodo è il movimento spirituale dell'esicasmo. Ιl pensiero intellettuale e spirituale dei padri e filosofi, esicasti e contro-esicasti, come questo viene impresso sui monumenti della loro meditazione, arriva ora ad un cosi alto livello, che si può dire che esso, soprattutto in questioni teologici e filosofici, ha toccato i limiti delle possibilità dell'intelletto umano. L'esicasmo ha influenzato allora -al di là ogni sua conseguenza politica ed ecclesiastica- la vita spirituale e l'arte del Bisanzio e in più il pensiero e la cultura di tutti i popoli ortodossi della penisola balcanica perfino quelli della lontana Russia(30). Ha esercitato un influsso benefico sulla vita spirituale dei popoli balcanici occupati durante la lunga Turcocrazia. In altre parole, li ha aiutati di sopportare il loro tiranno fino alla loro liberazione. La teologia greca, come anche quella dei popoli che sono dello stesso credo, durante la loro schiavitù, influenzata dall'esicasmo, ha prodotto frutti brillanti in diversi settori, soprattuto nell'aghiologia e nella tradizione di filocalia, fonti principali del loro nutrimento spirituale. Anzi, con il «Movimento filocalico»(31) la tradizione patristica esicasta, con il suo contenuto pratico e teologico, soprattutto dal 18ο sec. in pοi, passa dall'ambito degli Ortodossi (Romania-Russia-Russia-Occidente) tramite traduzioni e guadagna terreno nel mondo occidentale e in tutto il mondo cristiano oggi.
Con queste poche parole su questa unità concludiamo insieme a questa tutta la nostra esposizione, con la quale abbiamo parlato della dimensione storica del contributo dei padri greci alla civiltà europea. Fin qui abbiamo cercato di descrivere le fasi culturali più principali della tradizione patristica, che hanno contribuito, secondo la nostra opinione, decisivamente al cammino, che ha seguito la cultura contemporanea dell'Europa. L'altro aspetto del mio tema, in relazione al che cosa possono offrire i padre Greci all'ulteriore sviluppo di questa civiltà, è una cosa che esige un'estensione sufficiente e non poco tempo per avere una risposta. Ad ogni modo viene collegato con tutta la teologia dei padri, su Dio, sulla creazione, sull'uomo, sulla Chiesa, sull'autorità politica, sull'articolazione e formazione della società umana, e anche con le tendenze predominanti: quelle della nostra civiltà contemporanea, dei poteri agenti nell'ambito europeo ed universale e della qualità e della morale di azione delle Chiese cristiane entro questo. Ι padri parlano di un infinito cammino di progresso verso la perfezione dell'uomo e della società umana. Tuttavia, se vogliamo usare poche parole per dire quali forze spirituali e valori emergono dalla tradizione dei padri orientali, facciamo accenno ai seguenti: all'amore, alla fede, al battesimo (battesimo di spirito, di sacrificio e di santificazione) e vicino a queste certo ai valori: educazione, scienza, umanismo, che tocca il profondo del valore divino e della sacralità, comunità (κοινωνισμός) e unità del mondo con la giustizia e l'eguaglianza in libertà. Tutto questo; però, passa dalla strada faticosa dell'esercitazione (nel suo più ampio senso) della semplicità e dell'uso più logico, più sociale dei beni materiali, e passa assolutamente anche dalla fede nell'onnipotenza del Verbo e nella sua forza terapeutica. E l'unica forza e possibilità che, secondo l'opinione del grande teologo e maestro alessandrino della Chiesa antica Origene(32); come l'ha espressa allora al suo interlocutore e scepticista Celso, può unire l'Europa con l'Asia, i Greci con «i barbari»!
NOTE
1. Cito qui a scelta l'opera a nove volumi di Pan. Kanellopoulos, Ιστορία του Ευρωπαϊκού πνεύματος ed. Δ. Γιαννέλης, Atene 1976, e di Constantinos Ι. Giannakopoulos, Μεσαιωνικός Δυτικός Πολιτισμός και oι κόσμοι του Βυζαντίου και του Ισλάμ. Traduzione dall'edizione inglese: Panaghiotis K. Christou, Tessaloniki 1993, casa ed. "ΚΥΡΟΜΑΝΟΣ", dove veda anche la ricca bibliografia relativa. Steven Runciman, ΒυζαντινόςΠολιτισμός. (Traduz. Desp. Degiorgi). Ed. Γαλαξία, 1969.
2. Vd. Panaghiotis Κ. Christou, Εκκλησιαστική Γραμματολογία. Πατέρες και Θεολόγοι του Χριστιανισμού. Vol. 2ο (casa ed. "ΚΥΡΟΜΑΝΟΣ"), Tessaloniki 1991, p. 380.
3. Vd. Pan. Kanellopoulos, op.cit., vol. Io, pp. 22-26.
4. Vd. a proposito Pan. K. Christou, Ελληνική Πατρολογία. Vol. 1ο: Introduzione, (ed. Πατριαρχικoν Ιδρυμα Πατερικών Μελετών), Tessalonιki 1976, p. 314 s.
5. Come è quella del Centro di Edizioni Patristiche (Κέντρο Πατερικών Εκδόσεων - Κ.Ε.Π.Ε), a cura di p. Ioannis Diotis, teologo e parroco della Chiesa di San Panteleimon di Acharnai ad Atene. Patisia 5, (Omonoia), 104 31, Atene. Finora sono pubblicati circa 50 volumi.
6. Vd. l'opera di Vassilios Pseftongas, Το οικουμενικόν ιδεώδες κατά τους τρεις Ιεράρχες. (Discorso solenne che sι è pronunciato in occasione della festa dei tre Gerarchi, 30 gennaio 1995, nell'Aula Magna dell'Universita). Tessaloniki 1995, pp. 27-33, e la bibliografia specifica che si trova in questa opera.
7. Vd. Tatianos, Προς Έλληνας 1, ΒΕΠ 4, 242.
8. Vd. Sterghios Sakkos, Οι Απολογηταί και το απολογητικόν στοιχείον εν τη αρχαία χριστιανική γραμματεία, Tessaloniki 1976, p. 58.
9. Vd. Savvas Agouridis, "Κρατούσες σήμερα περί του οικουμενισμού απόψεις", in Καθ' οδόν 6, anno 2ο (settembre-dicembre 1993), (edizione periodica di Θεολογικός Σύνδεσμος). Ed. "Παρατηρητής", Tessaloniki 1993, pp. 55-64, dove si presentano le visioni di due Teologi Cattolici, di G. Alberigo e di Ι. Ratzinger (del noto a noi Cardinale Cattolico).
10. Vd. Pan.Κ. Christou, Πατέρες και Θεολόγοι του Χριστιανισμού, vol. 1ο, Tessaloniki 1971, pp. 276-279 e di Vassilios Pseftongas, op.cit., pp. 28-29.
11. Vd. Constantinos Siamakis, Ιερωνύμου, De viris illustribus. Πηγές και πρότυπα. Testo-traduzione-Commenti. (Βυζαντινά κείμενα και Μελέται, 23), ed. di Κέντρο Βυζαντινών Ερευνών), Tessaloniki 1992, p. 26 s. ep. 64 s.
12. Vd. Constantinos Siamakis, op.cit., p. 64 s.
13. Vd. Panaghiotis Kanellopoulos, Iστορία του Ευρωπαϊκού πνεύματος, vol. 1ο, Atene 1976, p. 25.
14. Vd. Ρan. Κ. Christou, op.cit., p. 279.
15. Vd. Nicolaos Matsoukas, Ιστορία της Βυζαντινής Φιλοσοφίας, με παράρτημα το σχολαστικισμό του Δυτικού μεσαίωνα (ed. Βάνιας), Tessaloniki 1994, p. 17 s. e in altre parti e anche in altre opere dello stesso.
16. Vd. Nicolaos Matsoukas, op.cit., pp. 133-147.
17. Vd. Dositeos, Τόμος Χαράς. Introduzione-Commentι. Testi α cura di Constantιnοs Siamakis, (ed. Βασιλείου Ρηγοπούλου), Tessaloniki 1985, p. 73 ed in altre.
18. Vd. Fozio il Grande, Ομιλία 17, ΙΙΙ, (ed. Β. Λαούρδα, p. 168).
19. Vd. Pan. Κ. Christou, Ελληνική Πατρολογία. Vol. 1ο: Introduzione. (Πατριαρχικόν Ίδρυμα Πατερικών Μελετών), Tessalonιkι 1976, p. 215.
20. Vd. Nicolaos Matsoukas, "Ιστορικές και Θεολογικές προϋποθέσεις εικονοφίλων και εικονομάχων", in Αναφορά εις μνήμην Μητροπολίτου Σάρδεων Μαξίμου 1914-1986, vοl. terzo, Ginevra 1989, pp. 347-360. Cfr. Id., Ιστορία της βυζαντινής φιλοσοφίας ecc., pp. 137, 139 ed in altre.
21. Vd. Aimilios-Antonios Tachiaos, Κύριλλος και Μεθόδιος oι εκ Θεσσαλονίκης. Η Βυζαντινή παιδεία στους Σλάβους (ed. casa editrice "Ι. Ρέκος και Σια Ο.Ε."), Tessaloniki 1989, e la bibliografia specifica nella stessa opera.
22. Vd. Enciclica «ΙΝΑ ΠΑΝΤΕΣ ΕΝ ΩΣΙΝ» (UT UNUM SINT) del Santo Padre Giovanni Paolo II per l'impegno ecumenico,(53) (Libreria Editrice Vaticana. Citta del Vaticano), pp. 66-67.
23. Vd. Nicolaos Matsoukas, op.cit., p. 141.
24. Vd. Dositeos, Τόμος Χαράς. Introduzione-commenti. Testi a cura di Constantinos Siamakis. (ed. Βασίλειον Ρηγοπούλου), Tessaloniki 1985, p. 29.
25. Vd. Elpidio Mioni, Introduzione alla Paleografia Greca. Padova 1973: (Εισαγωγή στην Ελληνική παλαιογραφία. Traduzιone di Nicolaos Μ. Panagiotakis con aggiunte dello Scrittore e del Traduttore). (Μορφωτικό Ίδρυμα Εθνικής Τραπέζης), Atene 1977, p. 77 s.
26. Vd. Nicolaos Matsoukas, op.cit, pp. 135-136 s.
27. Vd. Th. Spidlik, L'idée Russe une autre vision de l'homme, Troyes-France. (Editions fates), 1994, p.105.
28. Vd. Th. Spidlik, op.cit., p.105.
29. StevenRunciman, Η τελευταία βυζαντινή αναγέννηση (Traduzione: Lampros Kameridis). Ed. "Δόμος", 1980, p. 58. Cfr. anche Nicolaos Matsoukas, op.cit., p. 164-165.
30. Vd. Th. Spidlik, op.cit., pp. 284-286.
31. Vd. Th. Spidlik, op.cit., pp. 284-286.
32. Vd. Origene, Κατά Κέλσου Η; LXXII, ΒΕΠ 10, pp. 228-229.
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