Dimitrios Salachas
Il Futuro dell'Europa Cristiana: Dal Punto di Vista Cattolico
[From Orientamento Spirituale dell'Europa. Edizioni KYROMANOS, Thessaloniki, 1997.]
5. Ιl futuro dell'Europa cristiana si edifichera in base alla tradizione occidentale ed orientale
Ι due greci Tessalonicesi Santi Cirillo e Metodio sono il modello per una concezione esatta del patrimonio comune dell'Europa cristiana. Nel suo libro «Varcare la soglia della speranza», il Ρapa Giovanni Ρaοlο Ιl descrive la loro opera in questi termini: «Uno dei più grandi eventi nella storia della propagazione del Vangelo è stato indubbiamente la missione dei due fratelli Tessalonicesi, dei Santi Cirillo e Metodio. Essi sono stati gli apostoli degli Slavi: portarono il Vangelo e allο stesso tempo hanno posto i fondamenti della cultura slava. Fino a un punto, questi popoli devono proprio a loro la propria lingua, una lingua liturgica e culturale. Ι fratelli Cirillo e Metodio hanno operato nel sec. ΙΧ, tra Costantinopoli e Roma. Ηanno agito nel nome dell'unità delle Chiese d'oriente e d'occidente, anche se questa unità cominciava già ad essere in pericolo. L'eredità di «evangelizzazione» che hanno operata rimase nelle regioni dell'Europa centrale e del Sud. Anche oggi, molte nazioni slave li riconoscono non solo come dottori della fede ma anche come padri della loro civiltà»(5).
Nel 1985, il cristianesimo europeo ha celebrato l'ΧΙ centenario dell'opera evangelizzatrice di Cirillo e Metodio, che il Ρapa Giovanni Ρaolo ΙI ha proclamato compatroni d'Europa insieme con San Benedetto(6). Nella sua Lettera enciclica Ut unum sint, il Ρapa spiega il senso di questo atto: «Associare i fratelli di Tessalonica al grande fondatore del monachesimo occidentale vale a mettere indirettamente in risalto quella duplice tradizione ecclesiale e culturale tanto significativa per i duemila anni di cristianesimo che hanno caratterizzato la storia del continente europeo. Νon e quindi superfluo ricordare che Cirillo e Metodio provenivano dall'ambito della Chiesa bizantina del loro tempo, epoca durante la quale essa era in comunione con Roma. Nel proclamarli, assieme a san Benedetto, patroni d'Europa, desideravo non soltannto confermare la verita storica sul cristianesimo nel continente europeo, ma anche fornire un importante tema a quel dialogo tra oriente e occidente, che tante speranze ha suscitato nel dopo Concilio. Come in san Benedetto, nei santi Cirillo e Metodio l'Europa ritrova le sue radici spirituali. Ora che volge al termine il secondo millennio dalla nascita di Cristo, essi debbono essere venerati insieme, come patroni del nostro passato e come santi ai quali le Chiese e le nazioni del continente europeo affidano il loro avvenire»(7). Ιl contatto con la comune tradizione è proficuo per le Chiese e le rende atte a dare all'Europa la sua autentica identità cristiana. «Le Chiese d'oriente, dichiara il Vaticano ΙΙ, hanno fin dall'origine un tesoro, dal quale la Chiesa d'occidente molte cose ha preso nel campo della liturgia, della tradizione spirituale e dell'ordine canonico»(8). Parte di questo tesoro sono anche «le ricchezze di quelle tradizioni spirituali, che sono state espresse specialmente dal monachesimo». Ιn oriente «fin dai gloriοsi tempi dei santi padri fiori quella spiritualità monastica, che si estese poi all'occidente e dalla quale, come da sua fonte, trasse origine la regola monastica dei latini»(9). «Si può anzi dire che il monachesimo sia stato nell'antichità - e, a varie riprese, anche in tempi successivi lo strumento privilegiato per l'evangelizzazione dei popoli»(10).
Quinta cοnclusiοne
Ιn fututo dell'Europa cristiana si basa sulla fede della Chiesa indivisa, e sulle ricchezze spirituali dell'oriente e dell'occidente. L'occidente secolarizzato di oggi ha bisogno dell'oriente. Μa nessun popolo cristiano può restare chiuso e isolato. Le esperienze pastorali dell'occidente offrono un valido aiuto alle Chiese orientali per un loro «aggiornamento».
NOTE
5. Giovanni Ρaolo Ιl, «Varcare la soglia della sperattza» (trad. greca), Atene 1994, pag. 116.
6. Giovanni Ρaolo ΙI, Lettera enciclica «Slavorum apostoli», 2 giugno 1985, in AAS 77 (1985) 792-796.
7. Giovanni Ρaolo ΙI, Lettera enciclica «Ut unum sint», 53.
8. Vaticano Ιl, Decreto UR, 14.
9. Ib., 15.
10. Giovani Ρaοlο ΙI, Lettera apostolica «Orientale lumen», 2 maggio 1995, 14.
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