Symeon Koutsas
Il Padre Spirituale
La necessità di cercare un padre spirituale esperto
L'importanza della paternità spirituale per giungere alla maturazione della nostra vita in Cristo ci mostra al tempo stesso la necessità che tutti abbiamo di trovare un uomo spirituale esperto e sicuro. È un nostro dovere e un nostro diritto. Α noi spetta la responsabilità della scelta, una scelta che dobbiamo compiere con estrema attenzione, come ammonisce san Simeone: «In verità sono rari, soprattutto ora, i padri in grado di pascere e curare bene le anime»(13).
Insomma, ci vuole attenzione. Νon dobbiamo restare soli, per timore di diventare bestie feroci nutrite dal distruttore delle anime, dal lupo, cioè il divisore, oppure di cadere e di non avere chi ci aiuti a rialzarci secondo la parola dell' Ecclesiaste: «Guai a chi è solo perché, se cade, non ha nessuno che lo rialzi» (Qo 4,10). Μa stiamo anche bene attenti a non seguire, per mancanza di discernimento, un luρo o un medico inesperto, quando è certo che ne riceveremmo un danno spirituale o che non verremmo guariti(14).
Anche se, come abbiamo detto, la scelta del padre spirituale è un nostro diritto e dipende dal nostro discernimento, trovare una guida spirituale esperta costituisce un grande dono di Dio. Per questo lo stesso Simeone consiglia:
Fratello, implora insistentemente [Dio] perché ti mostri un uomo capace di dirigerti con sapienza; a lui dovrai obbedire come a Dio stesso e dovrai senza esitazione mettere in pratica quanto ti dice, anche se ciò che ti ordina ti potesse sembrare controindicato e apparentemente dannoso(15).
Lo stesso maestro nel settimo discorso ci offre un esempio di preghiera con la quale possiamo supplicare Dio di inviarci un padre spirituale esperto:
Signore, che non vuoi la morte del peccatore,
ma che si converta e viva (cf. Ez 33,11),
che per questo sei disceso sulla terra,
per far risorgere quanti giacevano a terra uccisi dal peccato
e per renderli degni di vedere te, la luce vera,
per quanto è possibile agli uomini:
degnati di inviarmi un uomo che ti conosce,
perché, servendolo come te stesso
e sottomettendomi a lui con tutte le mie forze
e compiendo così la tua volontà obbedendo alla sua,
iο possa essere gradito a te; il solo Dio,
e anch' iο, peccatore, sia fatto degno del tuo regno(16).
La relazione tra figlio e padre spirituale
L'edificazione del credente in Cristo a partire dalla relazione cοn un padre spirituale nοn è automatica. Essa presuppone anche la risposta all' amore e alla sollecitudine che il padre spirituale esercita nei confronti del proprio figlio.
Ιl primo presupposto fondamentale è l' amore. Il legame che si intesse tra il padre e il figlio spirituale è l' amore vicendevole. Αll' amore del padre spirituale il credente risponde con il suo amore. «Νulla rende attraente l'insegnamento quanto l'amare e l'essere amato» ammonisce Giovanni Crisostomo(17). I legami spirituali sono più forti di quelli naturali e l'amore che nasce da Cristo è più forte di quello generato dal legame di sangue. «Che cosa è più desiderabile di un vero padre?», chiede Teodoro Studita(18), esprimendo con queste parole la sua esperienza personale di un rapporto di paternità spirituale.
L'amore per il nostro padre spirituale e sincero quando si manifesta come fede, cioè fiducia, nella sua persona. Αl padre spirituale consegniamo il nostro iο tutto intero; lο riconosciamo nοstra guida lungo la νia della salvezza. Ne consegue che dobbiamo aver fiducia e seguire senza esitazioni e contestazioni interiori tutto quello che ci indica. Ι santi padri insistono con grande forza su questo punto. Consiglia Giovanni Climaco: «Affidiamoci in completo abbandono a quelli che si sono assunti l'impegno di guidarci nel Signore» (19).
Senza una fiducia sincera nel nostro padre spirituale non pοtremo progredire nella vita cristiana. Scrive san Simeone nei suoi Capitoli:
Colui che ha acquistato una vera fiducia nel suo padre secondo Dio, vedendolo crede di vedere Cristo; se è in sua presenza, se lο segue, crede fermamerιte di essere in presenza di Cristo e di seguire Cristo. Costui non avrà mai desiderio di frequentare altri; nessuno al mondo gli sembrerà preferibile al ricordo di lui e all' amore per lui(20).
Se è dovere del padre spirituale vegliare sull' anima del proprio figlio, anche quest'ultimo deve obbedire e seguire fedelmente i consigli dell' anziano (cf. Eb 13,17). Nel nostro padre spirituale è Dio stesso che parla. Con l' obbedienza che gli mostriamo in realtà obbediamo alla volontà di Dio e siamo assicurati dagli errori nei quali certamente cadremmo se seguissimo la nostra νοlontà. Acquistiamo, inoltre, la libertà interiore e attiriamo la grazia di Dio.
La confessione costituisce un dovere ancora più importante per il credente. Al nostro padre spirituale confessiamo tutto con fiducia, non soltanto quello che facciamo, ma tutti i nostri pensieri. Così esorta Basilio:
Ciascun fratello sottomesso all' obbedienza, se vuole dar prova di progresso apprezzabile, e trovarsi in quella disposizione d'animo propria di una vita che sia secondo i precetti del Signore nostro Gesù Cristo, non deve tener nascosto dentro di sé alcun moto della propria anima; non deve neppure manifescare cοn leggerezza i segreti del cuore, ma svelarli piuttosto a quelli cui è stata affidata Ιa cura di occuparsi cοη benevolenza e misericordia dei fratelli deboli. Così quanto in loro merita lode sarà confermato e quanto merita riprovazione sarà opportunamente corretto. Ε da quest' opera comune, attraverso υη continuo progresso, verrà a noi la perfezione(21).
Νυlla resti nascosto al nostro padre spirituale. Deponiamo tutto ai suoi piedi con umilta e filiale confidenza. Allora Dio ci perdonerà i nostri peccati, saremo liberati dal peso della colpa, e il padre spirituale ci potrà condurre con sicurezza nella nostra vita spirituale.
Note
13. Simeone il Νuoνο Teologo, Le catechesi 20, p. 351.
14. Cf. Simeone il Nuovo Teologo, Le Carechesi 20,
15. Simeone il Nuovo Teologo, Le Catechesi 20 p. 345
16. Biblos tộn ethikộn 7,437-445, in Syméon le Nouveau Theologien, Traites theolοgiques et ethiques ΙΙ, ed. par J. Darrouzes, Paris 1967, SC 129, pp. 186-188.
17. Giovanni Crisostomo, Commento alla Prima lettera a Timoteo 6,1, a cura di G. Di Νοla, Roma 1995, p. 116.
18. Ep. I,ΙΙ, PG 99,909Β.
19. Giovanni Climaco, La scala del paradiso 4,38, p. 105.
20. Kephalaia praktikà kai theologhokà 1,28, ίη Syméon le Nouveau Théologien, Chapitres théologiqυes, gnostiques et pratiques, éd. par J. Darrouzès, Paris 1966, SC 51 bis, p. 54.
21. Regole diffuse 26, in Basilio di Cesarea, Le Regole, p.156.
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