Panagiotis Christou
L’insegnamento di san Basilio sul Santo Spirito
Π. Κ Χρήστου, Θεολογικά Μελετήματα 2,
Γραμματεία του Δ' αιώνος, Θεσσαλονίκη, 1975
5. L'economia dello Spirito
Le attività dello Spirito, ineffabili nella loro ampiezza ed innumerevoli (45), si rapportano all'insegnamento, all'adattamento filiale e, in particolare, alla ripartizione dei carismi; nessun carisma è accordato alla creatura senza l'azione dello Spirito (46). San Basilio riassume i loro frutti nei termini di confermazione, santificazione e perfezione. Il santo così definisce l'attività delle ipostasi nella creazione delle potenze angeliche: "Di conseguenza il numero tre viene allo spirito: il Signore ordina il Logos che crea e lo Spirito che consolida. Ora, cos'è il consolidare se non perfezionare nella santità, questa parola designa sicuramente il fatto d'essere fermo, immutabile e solidamente fissato nel bene. Non esiste santificazione senza lo Spirito" (47).
Queste energie si sono manifestate da tutta l'eternità: prima del mondo invisibile e al di qua del tempo. Esse ricoprono ogni epoca della storia dell'essere capace di ragione. Basilio sembra escludere la creatura priva di ragione dall'attività dello Spirito proprio perché solo gli esseri dotati di ragione e di personalità hanno il bisogno e la capacità di perfezionarsi elevandosi come personalità. È significativo che san Basilio nel passo della sua seconda omelia sull'Examerone, dov'è obbligato ad interpretare il testo "E lo Spirito di Dio si muoveva sulle acque", non presenta un'interpretazione in base a ciò che crede ma si richiama all'unanime autorità per mostrare che questa frase biblica significa la vivificazione della natura dell'acqua attraverso lo Spirito. Egli ha reso perfette le potenze angeliche con la santificazione, al momento della creazione del mondo, nel corso del progressivo rinnovamento dell'umanità, egli ha donato uno dei suoi più importanti carismi, la profezia (48); al momento del vero rinnovamento era presente e attivo con Cristo (49). Nella vita della Chiesa crea il suo adornamento (50) e al momento dell'ultimo giudizio sarà con il Giudice (51). Da un certo punto di vista, l'attività per eccellenza dello Spirito è la continua e attiva conservazione della rivelazione e la sua ripartizione individuale agli esseri particolari.
Lo Spirito abita nella Chiesa ed è simultaneamente posseduto dall'insieme dei suoi membri come da ciascuno in particolare. È il legame che collega i suoi membri nel tempo e nello spazio (52). I ministri della Chiesa sono illuminati per divenire buoni pastori e i fedeli sono fortificati per divenire buon gregge. Nei due casi l'attività dello Spirito si rapporta alla personalità di colui che ne è il portatore.
L'attività dello Spirito è ben più personale nella vita privata del credente. Disceso su tutti i credenti egli tocca solo colui che è puro di cuore come il sole non tocca che l'occhio che gode buona salute (53). Su questo punto ci si rende conto delle tendenze ascetiche di Basilio.
L'illuminazione dello Spirito tocca prima l'anima e il cuore, poi l'intelletto. La sua grazia, ineffabilmente unita alla personalità e all'esistenza umana è una potenza di permanente rigenerazione in loro e li rende spirituali e portatori dello Spirito (54). Così lo Spirito può essere designato come l' eidos (55), che dona una forma all'uomo naturale, lo libera dalla schiavitù dalle potenze e dalle necessità naturali e ne fa una personalità libera con una metamorfosi piena di forza (56). L'uomo spirituale è reso conforme all'immagine di Dio, ne è in qualche sorta l'immagine dello Spirito (57) che, dunque, non trovandosi nella Trinità appare nell'umanità.
Dimorando nei santi, lo Spirito è da loro visto misticamente; l'ignoranza originale è così superata esistenzialmente. Non manifesta ad essi solo se stesso, manifesta anche la gloria del Figlio e la visione archetipa. "Poiché noi vediamo la bellezza dell'immagine invisibile di Dio, dono allo spettacolo soprannaturale degli archetipi, vi troviamo anche inseparabilmente unito a Dio, lo Spirito di conoscenza che offre in se stesso il potere di vedere l'immagine agli amanti della verità… Egli manifesta anche in se la gloria del Figlio e offre la conoscenza di Dio ai veri adoratori" (58). Il fine del pellegrinaggio dell'uomo spirituale è la visione del Dio triadico. Questo vuol dire che chi ha già raggiunto un tal grado di perfezione può abitare con Dio, essergli simile e divenire Dio (59). Attraverso l'attività del Santo Spirito l'umanità è collegata alla Trinità.
NOTE
* Pubblicato in Etudes Patristiques: Le traité sur le Saint Ésprit de Saint Basile, Verbum Caro vol. XXII (n. 88), pp. 158-171.
45. De Spir. Sancto, Cap. 18, 48; PG 32, 156.
46. Cap. 24, 55; P 32, 172.
47. Cap. 16, 38; PG 32, 136.
48. Cap. 16, 38; PG 32, 137.
49. Cap. 18, 42; PG 32, 157.
50. Cap. 16, 39; PG 32, 140.
51. Cap. 16, 40; PG 32, 141.
52. Cap. 26, 61; PG 32, 181.
53. Cap. 9, 23; PG 32, 109.
54. Ibid.
55. Cap. 21, 52; PG 32,165.
56. Cap. 26, 61; PG 32, 180.
57. Cap. 26, 61; PG 32, 180.
58. Cap. 18, 47; PG 32, 153.
59. Cap. 9, 23; PG 32, 109.
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